Poche calzature maschili hanno quel fascino longevo che le fa tornare sempre di moda come le penny loafer. Non sono soltanto mocassini, sono il tipo di scarpa  da avere per un'eleganza immediata, piena di storia e immaginario. Proprio la storia delle penny loafer è ciò che le rende così irresistibili.
La storia forse non è nota a tutti. I mocassini esistono da sempre, li indossavano gli indiani d'America, ma questo particolare modello è nato da una folgorazione stilistica. I primi studenti americani dell'Ivy League a viaggiare in Norvegia avevano notato ai piedi dei pescatori dei mocassini particolari, mai visti prima. Erano più strutturati e solidi di quelli che circolavano al tempo (siamo ai primi del Novecento), meno piatti e più tridimensionali. La folgorazione fu tale che i preppy americani, grazie soprattutto al loro potere e influenza, e ai contatti che avevano con le grandi aziende e le grandi famiglie, riuscirono a "commissionare"questo tipo di scarpe ai produttori che conoscevano.
Ancora oggi, quando si parla della penny loafer per eccellenza, si intende quella del brand americano G. H. Bass. Fondò la sua azienda calzaturiera nel 1876, ma conobbe un certo successo soltanto nel 1936, proprio quando cominciò a produrre il mocassino a imitazione di quello dei pescatori norvegesi. Ancora oggi quel modello si chiama "Weejun", che in slang vuole proprio dire "Norwegian". L'aggiunta cruciale di Bass alla scarpa fu la striscia di pelle incollata di traverso lungo il dorso del piede, con quel caratteristico bassorilievo che ha reso questo mocassino iconico. Proprio quel bassorilievo sinuoso al centro della scarpa spiega poi il nome "penny loafer". La parte centrale di quella forma a mascherina sembrava perfetta per infilarci qualcosa di molto piccolo, come un penny.
E così il "mocassino per i penny" si preparava a entrare nel mito.
 
09 settembre 2021 — elena queirolo

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